L’Italia ha storicamente fondato la propria
potenza economica sull’industria manifatturiera, in particolare su quelle
piccole e medio imprese che nel tempo hanno forgiato il marchio del Made in
Italy. Gli ultimi anni o, meglio, gli ultimi decenni, hanno spostato
l’attenzione in particolar modo sull’informatica, la tecnologia e, in generale,
sulla digitalizzazione delle aziende.
Come si pone in questo senso l’Italia
all’interno del contesto europeo?
A che punto siamo con la transizione
digitale?
L’Italia rappresenta la terza potenza
economica dell’Unione Europea, per questo motivo il
nostro modo di accogliere la transizione digitale viene studiato con grande
attenzione a livello europeo, perché il nostro Paese potrebbe rappresentare per
gli altri stati dell’UE un grosso traino, o un grosso freno, a seconda di come
andranno le cose.
Ciò che ci raccontano i dati però, al momento,
non è molto confortante.
In Italia c’è infatti una situazione generale
di analfabetismo digitale, oltre il 50% della popolazione non ha
conoscenze informatiche di base, il che ci colloca al terzultimo posto di 27
stati dell’Unione Europea. Siamo invece settimi a livello di connettività,
ossia considerando l’evoluzione delle infrastrutture che permettono una
connessione sempre più potente e inclusiva, fattore alla base della transizione
digitale. Ma il dato più significativo è quello che riguarda i servizi digitali,
ossia la possibilità o la capacità di accedere a servizi pubblici attraverso
percorsi digitali, e non con i metodi tradizionali: ci collochiamo infatti al
19esimo posto su 27 stati.
Si delinea quindi una situazione complessiva
che non rappresenta un terreno estremamente fertile per una rivoluzione ed
un’evoluzione tecnologica. Ciò che appare da dati è un Paese in cui circa la
metà della popolazione, indicativamente la più giovane, ha una buona
propensione all’utilizzo di tecnologie e sistemi informatici, e un sistema
generale di amministrazione dei servizi che non si è adattato completamente
alla digitalizzazione.
Non è raro, effettivamente, imbattersi in
sistemi informatici, strumenti o siti internet, sia pubblici che privati, che
sembrano ancora estremamente arretrati, ma soprattutto dall’utilizzo
eccessivamente complesso rispetto ad altre realtà.
C’è quindi un
problema di competenze: per le aziende, sia pubbliche che private, non è
sempre semplice integrare risorse dotate delle skill necessarie all’interno del
proprio team di lavoro e al contempo risulta complesso formare i dipendenti per
acquisire nuove competenze.
Per questo motivo, se si vuole accogliere la
transizione digitale correttamente sfruttandone possibilità e vantaggi, è
necessario un processo di consolidamento delle competenze interne. L’obiettivo
di Viasky è proprio quello di analizzare la situazione aziendale,
comprendendo che tipo di skill vanno integrate per supportare il processo di
transizione digitale e fornendole direttamente quando necessario. Se vuoi
cominciare o potenziare il tuo processo di digital transition, vuoi
integrare il tuo team di lavoro acquisendo nuove competenze, o vuoi un’analisi
relativa alle possibilità di business integration, contattaci per una
consulenza.