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Knowledge Graph vs. Database Tradizionali

Knowledge Graph vs. Database Tradizionali

In un recente articolo abbiamo approfondito il concetto di Knowledge Graph, spiegando come si tratti di un approccio che sta rivoluzionando diversi ambiti applicativi. Per comprendere al meglio i Knowledge Graph è utile fare un approfondimento che chiarisca le principali differenze rispetto ai database tradizionali, sia in termini di visualizzazione che di utilizzo.

Rivediamo quindi rapidamente i concetti di Knowledge Graph e database tradizionali e approfondiamone le principali differenze.

Cosa Sono i Knowledge Graph?

Un Knowledge Graph è una rappresentazione strutturata della conoscenza, dove le informazioni sono collegate tra loro attraverso nodi e relazioni. Immagina una rete di concetti e entità che si collegano in base a relazioni semantiche, creando una mappa complessa e interconnessa della conoscenza.

Ad esempio, in un Knowledge Graph, “Leonardo da Vinci” potrebbe essere un nodo collegato a vari altri nodi come “Mona Lisa”, “Rinascimento”, “Italia” e “Invenzioni”. Queste connessioni non sono solo dati statici, ma riflettono il significato e il contesto delle informazioni.

Cosa Sono i Database Tradizionali?

I database tradizionali, come i sistemi relazionali (SQL), organizzano i dati in tabelle con righe e colonne. Ogni tabella rappresenta una particolare entità (ad esempio, clienti, ordini, prodotti), e le relazioni tra le tabelle sono gestite attraverso chiavi esterne. Questo modello è stato per decenni il pilastro della gestione dei dati nelle aziende, grazie alla sua struttura rigida e alla capacità di garantire l’integrità e la coerenza dei dati.

Differenze Chiave tra Knowledge Graph e Database Tradizionali

Struttura dei Dati

Database tradizionali: si basano su una struttura tabellare, dove i dati sono organizzati in righe e colonne. Questo approccio è molto efficace per gestire grandi quantità di dati strutturati e relazionali, ma può risultare meno flessibile quando si tratta di rappresentare informazioni complesse e interconnesse.

Knowledge graph: utilizzano una struttura a grafo, dove i nodi rappresentano entità e le relazioni tra loro sono gli archi del grafo. Questo consente di modellare in modo naturale le connessioni e le interazioni tra i dati, facilitando la rappresentazione di conoscenze complesse e semantiche.

Flessibilità:

Database tradizionali: sono estremamente potenti quando si tratta di gestire dati strutturati e ben definiti, ma richiedono schemi rigidi che possono essere difficili da modificare se le esigenze cambiano.

Knowledge Graph: offrono una maggiore flessibilità, permettendo di aggiungere nuovi nodi e relazioni senza dover ridefinire l’intera struttura. Questo li rende ideali per gestire dati eterogenei e in continua evoluzione.

Scalabilità Semantica:

Database tradizionali: la scalabilità si basa principalmente sull’ottimizzazione delle prestazioni e della capacità di memorizzazione, ma gestire la complessità semantica può essere complicato.

Knowledge graph: sono progettati per gestire la scalabilità semantica, ovvero la capacità di comprendere e rappresentare connessioni sempre più complesse tra i dati. Questo li rende particolarmente utili in contesti dove la comprensione delle relazioni è cruciale, come nei motori di ricerca o nei sistemi di raccomandazione.

Query e Ricerca:

Database tradizionali: utilizzano linguaggi di query strutturati come SQL, che sono molto potenti per interrogare dati strutturati. Tuttavia, queste query possono diventare complesse e difficili da gestire quando si tratta di relazioni intricate.

Knowledge Graph: consentono di effettuare query semantiche, che sfruttano le relazioni tra i dati per fornire risposte più accurate e contestualizzate. Un esempio di questo è il linguaggio SPARQL, utilizzato per interrogare dati in formati RDF (Resource Description Framework).

Uso e Applicazioni:

Database Tradizionali: sono ampiamente utilizzati in applicazioni aziendali tradizionali, come la gestione delle transazioni, i sistemi di gestione dei clienti (CRM) e la contabilità.

Knowledge Graph: vengono impiegati in contesti dove è necessario comprendere le relazioni complesse e il contesto dei dati, come nei motori di ricerca (Google utilizza un Knowledge Graph per migliorare i risultati delle ricerche), nei sistemi di intelligenza artificiale e nelle applicazioni di business intelligence.

 

In conclusione, mentre i database tradizionali continueranno a essere fondamentali in molti contesti aziendali, i Knowledge Graph stanno emergendo come una tecnologia complementare, capace di affrontare le sfide della complessità semantica e delle interconnessioni nei dati moderni. Riconoscere le differenze tra queste due tecnologie è il primo passo per sfruttarle al meglio e costruire soluzioni innovative e scalabili.

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