Nel contesto dell’intelligenza artificiale, l’Italia si trova attualmente in una corsa contro il tempo per raggiungere il passo delle grandi potenze globali. Se da una parte il nostro Paese ha una storia che racconta un grande approccio all’innovazione, anche tecnologica, negli ultimi anni, soprattutto se introduciamo l’argomento digitalizzazione aziendale, stiamo viaggiando un po’ a rilento.
L’AI è però una tecnologia che non ci si può permettere di non fare propria, a detta degli esperti di settore sarà la base fondante delle aziende di domani, nonché l’evoluzione di quelle già esistenti.
L’AI, con il suo potenziale rivoluzionario, spazia dalla sanità all’Internet of Things, dal fintech all’insurtech, influenzando le attività aziendali, la pubblica amministrazione e la vita quotidiana. Le sfide etiche e legali dell’intelligenza artificiale sono in questo momento al centro dell’attenzione. L’adozione dell’AI da parte delle imprese è in aumento, con un impatto significativo su settori chiave come tecnologia, media e telecomunicazioni.
Nonostante ciò non mancano le preoccupazioni legate all’adozione dell’intelligenza artificiale nei processi aziendali. Se da una parte questa rappresenta certamente una grande opportunità, dall’altra c’è chi ne sottolinea i rischi. In primo luogo le preoccupazioni sono legate all’impatto che questa tecnologia avrà su determinati settori professionali, con il rischio della perdita di moltissimi posti di lavoro; ma ciò che preoccupa è anche l’inadeguatezza delle strutture aziendali italiane, che talvolta si sono mostrate impreparate a introdurre cambiamenti all’apparenza ben più immediati dal punto di vista tecnologico rispetto all’intelligenza artificiale.
Il dibattito su come vada introdotto una tecnologia potenzialmente impattante come l’AI all’interno di diversi contesti aziendali è sicuramente complesso, vanno valutati attentamente rischi e opportunità, pro e contro.
Questo contesto nazionale, nonostante l’entusiasmo a livello europeo e mondiale, sta generando notevoli ritardi per il nostro Paese. Nel mercato globale dell’AI, Stati Uniti e Cina dominano, mentre l’Italia si colloca all’ottavo posto.
Ci troviamo quindi in una posizione di potenziale crescita, nonostante investimenti non ancora adeguati e la mancanza di una strategia nazionale precisa. Saranno proprio queste le sfide del nostro Paese nei prossimi anni, per permetterci di avere una posizione da protagonisti nel futuro della digitalizzazione.
Viasky ha accettato questa sfida e assieme a un partner di livello internazionale come Jitterbit si mette a disposizione delle aziende italiane per fare un passo verso il futuro.