Che si parli di industria 4.0 o 5.0, la sicurezza informatica rimane un tema di fondamentale importanza, a cui tuttora non viene data la giusta attenzione, soprattutto nel contesto delle PMI.
Uno dei principi fondamentali dell’industria 4.0, nonché uno dei criteri per accedere ai fondi del PNRR dedicati alla transizione digitale, è l’interconnessione tra i macchinari. Via cavo o wi-fi, le macchine che fanno parte di un’azienda devono essere collegate tra loro e in grado di comunicare, permettendo lo scambio di dati e il controllo da remoto. Il sistema è quindi collegato al web, per poterne sfruttare a tutto tondo le potenzialità, utilizzando ad esempio servizi di cloud.
Una grande opportunità per le aziende, sia economica che produttiva, che tuttavia porta con sé anche dei rischi: il fatto di essere connessi alla rete sottopone le imprese al rischio di attacchi informatici.
Un concetto che vale tanto per l’industria 4.0 quanto per l’industria 5.0, che di fatto è un’evoluzione della prima che pone maggiore attenzione alle persone, al loro benessere e all’impatto sociale e ambientale dell’azienda stessa (i famosi criteri ESG).
I rischi
I rischi legati agli attacchi informatici sono ancora fortemente sottovalutati, per vari motivi.
Nel contesto delle piccole-medio imprese, si tende a pensare che soprattutto le piccole imprese siano fuori pericolo, perché non ci sono grossi vantaggi nell’attaccarle.
Si tratta di una credenza tuttavia molto sbagliata e pericolosa: innanzitutto le piccole imprese sono proprio quelle che pongono meno attenzione alla sicurezza informatica, con scarsa preparazione sia delle persone che vi lavorano che dei sistemi di sicurezza. Si tratta quindi di un terreno fertile per un attacco informatico semplice e dal grande ritorno economico potenziale. Soprattutto se si parla di imprese che hanno un processo produttivo legato a macchinari, un attacco informatico può bloccare completamente la produzione.
Si pensa inoltre che il fatto che un singolo macchinario non sia direttamente connesso a internet lo renda immune, ma anche in questo caso è un concetto sbagliato. Se l’attacco informatico riesce ad entrare nella rete wi-fi dell’azienda può accedere a tutti i macchinari a essa collegati. E poiché spesso le reti wi-fi aziendali vengono usate dal personale con i propri dispositivi, il rischio di breach è assolutamente reale.
Infine i numeri non sono ancora drammatici, ma la realtà dei fatti è che molti attacchi sono latenti. Quando si pensa a un’intrusione informatica la immaginiamo come un’operazione molto rapida, in cui il criminale deve rimuovere la propria chiavetta USB prima che qualcuno faccia irruzione nella stanza dalla quale sta operando. Ma anche in questo caso l’immaginazione è molto lontana dalla realtà: una volta intrufolatisi nella rete informatica i cybercriminali possono rimanervi senza fare nulla anche per mesi, con lo scopo di studiare operazioni, punti di forza e di debolezza dell’azienda, per colpire l’elemento che gli permetterà il maggiore ritorno economico.
Le soluzioni
Il primo passo per risolvere il problema è la consapevolezza: il rischio di attacchi informatici per le PMI esiste, è reale ed è anche in grande crescita, come ci mostrano i dati collegati ai trend sulla cybersecurity.
Qualsiasi azienda è a rischio di attacco informatico e per qualsiasi azienda vale una regola: i costi per ripristinare la situazione dopo un data breach sono sempre superiori rispetto a quelli di prevenzione. Inoltre, un attacco informatico che va a buon fine rischia di far perdere molta credibilità (e denaro) alle aziende, soprattutto se operano in contesti in cui la privacy è importante.
Una volta compreso tutto ciò si hanno varie direzioni da intraprendere: è necessario che il reparto IT dedichi tempo e risorse alla sicurezza informatica, e se il reparto IT non è presente internamente all’azienda, o non è abbastanza qualificato, è importante rivolgersi a dei partner esterni specializzati per adattare i propri sistemi informatici.
Ma non solo, molti degli attacchi informatici hanno successo a causa dell’impreparazione del personale, che deve quindi a sua volta essere formato per capire quali pratiche sono potenzialmente dannose per l’azienda. Si tratta in realtà di piccoli e costanti accorgimenti, che permettono di evitare danni molto importanti dal punto di vista economico.
Tecnologia e formazione
Per approcciarsi adeguatamente al mondo dell’industria 4.0 e 5.0 servono quindi competenze e innovazione tecnologica. La formazione è fondamentale per poter permettere a chiunque di comprendere i rischi e di prevenirli all’interno della propria sfera lavorativa, una formazione che deve essere quindi inclusiva ed efficace per tutte le aziende e per tutte le persone che le compongono. Al contempo i sistemi tecnologici devono essere verificati, sicuri e certificati, per permettere alle aziende i più alti livelli e standard di sicurezza per loro e per i propri clienti.
Viasky opera proprio nei settori dell’innovazione tecnologica, della formazione aziendale e della sostenibilità, per poter fornire ai propri partner tutto ciò di cui hanno bisogno per affrontare il futuro dell’industria 5.0 in maniera sicura, profittevole e vincente. Se vuoi saperne di più contattaci a sales@viasky.it