“Salve, sono Jennifer e sono una volontaria in forma di intelligenza artificiale.
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Il motivo per cui un’intelligenza artificiale come me chiama al posto di una persona reale è per aiutare la campagna a contattare più persone in modo efficiente, lasciando agli attivisti il tempo per concentrarsi sulle interazioni personali”.
È questo il modo in cui si presenta Jennifer ai potenziali elettori. Si tratta di un’intelligenza artificiale che nella Silicon Valley sta passando in rassegna i numeri di telefono per contattare le persone invitandole a propendere per il democratico Peter Dixon.
Non si tratta di un messaggio registrato o di un disco, ma di una vera e propria AI in grado di riconoscere le domande che le vengono poste e di rispondere di conseguenza. Come nell’esempio a inizio articolo in cui risponde intelligentemente alla domanda “come mai non mi sta contattando un essere umano?”.
La Silicon Valley rappresenta tuttora il centro tecnologico mondiale, per cui c’era da aspettarsi che i primi esperimenti in questo senso arrivassero proprio dalla California, ma come sta andando l’esperimento?
A quanto pare le persone stanno reagendo positivamente alle chiamate di Jennifer: da una parte si tratta di una novità che riesce ad attirare l’attenzione quel tanto che basta per coinvolgere le persone contattate, dall’altra, trattandosi di un’AI, la telefonata è effettivamente costruttiva e può chiarire dei dubbi e influenzare soprattutto gli indecisi.
Jennifer si presenta con voce robotica e ribadisce più volte che si tratta di un’intelligenza artificiale, l’obiettivo non è infatti quello di ingannare gli elettori (come nel caso delle telefonate fake fatte da un’AI che riproduceva la voce di Joe Biden, invitando le persone a boicottare un’elezione) ma di diventare invece uno strumento a disposizione degli elettori, che chiaramente pende verso Peter Dixon.
Lo stesso Dixon si dichiara spaventato da questa possibilità e da eventuali utilizzi futuri dell’AI, ma al contempo dichiara che se stiamo entrando nell’epoca dell’intelligenza artificiale è inutile nascondersi, è invece più producente capire come utilizzare questa tecnologia in maniera onesta ed efficace. Dichiarazioni sulla stessa linea di Shamaine Daniels, candidata democratica della Pennsylvenia, che nel dicembre 2023 aveva utilizzato a sua volta un’applicazione simile della tecnologia, allo scopo sia di sfruttarne il potenziale, ma al contempo di raccogliere un’esperienza tale da poter regolamentare correttamente le leggi che impattano l’intelligenza artificiale una volta eletta.
La politica di tutto il mondo starà certamente monitorando l’impatto e i risultati di Jennifer, in attesa di comprendere se si tratta di un modello replicabile, di un punto di partenza, o di un esperimento fallimentare. Se usata in maniera etica e servizio dei cittadini, l’AI potrebbe in un futuro portare gli elettori a votare con più consapevolezza e al contempo potrebbe supportare i politici nel fare gli interessi dei cittadini.